In queste settimane si fa un gran parlare della nuova campagna di Enit in collaborazione con il Ministero del Turismo per promuovere la nostra Italia nel mondo, in rappresentanza di “un’accoglienza 3.0”.
Italia: open to meraviglia (questo è il claim della campagna), nella quale è la Venere di Botticelli che presta il suo volto per raccontare le nostre bellezze, dalle grandi città più note agli angoli più nascosti dell’Italia.
Per molti è un flop, per altri (pochi) è un successo. Tutto dipende in realtà dal punto di vista e, per questo, in assenza di dati riguardanti la reale diffusione della campagna nel mondo, al momento risulta difficile parlare di risultati in modo concreto, perlomeno relativamente allo scopo di incentivare i turisti stranieri a visitare il Bel Paese.



A prescindere dai dibattiti sulla sua reale efficacia, quindi, una cosa va senza dubbio notata e cioè che per quanto ci piace considerarci il “Paese più bello del mondo”, non siamo certamente i più bravi a promuoverlo, come giustamente sottolineato dal Ministro Santanché. E se questa campagna servirà allo scopo, in realtà sarà stata efficace…per quanto migliorabile. Oltre al fatto che le Regioni e i Comuni che vorranno aderirvi potranno inserire i loro territori tra le “tappe” della Venere influencer…altro aspetto che io giudico alquanto positivo.
Italia. Open to Meraviglia tra critiche e apprezzamenti
Tra le varie critiche rivolte alla campagna “Italia: Open To Meraviglia” c’è, ancora, quella che riguarda i luoghi suggeriti da visitare nelle varie città italiane. Alcuni di essi sarebbero accessibili soltanto a un gruppo ristretto di turisti dal momento che si tratta di hotel di lusso, mentre in altri sarebbero ammessi gli animali ma non i bambini, come fa notare la testata Open. Il tour della Venere influencer è stato così visto da molti come troppo esclusivo e decisamente poco accessibile per essere promosso dallo Stato. Critica che contrasta con quella di chi, invece, la definisce troppo generalista, non “target specific”, persino banale, soprattutto per il primo minuto dello spot che non ha niente di diverso da tante altre campagne di marketing territoriale dove la destinazione promossa, in questo caso l’Italia, viene presentata al pubblico tramite riprese di monumenti, paesaggi e altri luoghi di interesse da visitare.
Ma per offrirvi anche un punto di vista diverso, meno gossipparo e più tecnico, ci sono almeno due aspetti però, non di poco conto, che vanno sottolineati, e cioè:
1) che la campagna è rivolta agli stranieri, di qualsiasi nazionalità, non agli italiani. Quindi quello che a noi può apparire banale o stereotipato per loro non è detto che lo sia;
2) l’Italia ha abbassato notevolmente il livello medio del turista, anche in termini di capacità di spesa, quindi laddove la campagna servisse anche ad attrarre turisti con un maggior potere di acquisto, certamente sarebbe positivo…per l’intera filiera del turismo.
Questo dibattito proseguirà ancora per molto, sui vari canali…ma ci sono alcuni aspetti tecnico-linguistici a nostro avviso degni di nota:
1) 1) per una campagna pensata per comunicare l’Italia al mondo, la scelta di proporre il sito solo in un’altra lingua oltre all’italiano e all’inglese – lo spagnolo – suona piuttosto fuori luogo: manca il cinese mandarino, per esempio, ovvero la prima lingua più parlata al mondo. Ad oggi manca anche la versione in tedesco, in realtà, visto che la Germania rappresenta, secondo un rapporto dell’Enit del 2022, il primo mercato al mondo di provenienza dei turisti per il nostro Paese… ma penso che la cosa sia momentanea e che inseriranno presto anche questa lingua;
2) il perché si sia optato per uno slogan ibrido italiano-inglese anche per rivolgersi a potenziali turisti non anglofoni (non tutti potrebbero apprezzare!)
3) e poi la scelta della parola Meraviglia, che non è sempre una parola meravigliosa! Meraviglia, infatti, è una parola potenzialmente ostica. Per i non italofoni risulta molto lunga e quindi più difficile da memorizzare, pronunciare e riconoscere, a meno che non si conosca già una parola molto simile nella propria lingua. È il caso delle lingue romanze, ma nelle altre? Non credo si possa dare per scontato, ad esempio, che tutti i parlanti di inglese riescano a fare il collegamento al sostantivo marvel o all’aggettivo marvellous (e ancora meno a wonder, che è la parola che ha un significato più simile a meraviglia). Probabilmente sarebbe stata preferibile una parola più breve e più facile da pronunciare!
4) riteniamo, insomma, che ci sia stata un po ‘ di approssimazione per quanto riguarda l’internazionalità in generale; alla lingua non andrebbe mai affiancata la bandiera di un singolo Paese. In questo modo ci si rivolge esclusivamente a cittadini di Regno Unito e Spagna e si escludono tutti gli altri! Che effetto farà ai potenziali turisti americani, ad esempio, su cui punta molto il Ministero del Turismo?
5) ed infine, a chi è particolarmente attento, non sarà sfuggita la diversa punteggiatura:
Italia: Open to Meraviglia | Italia, open to Meraviglia | ITALIA. OPEN TO MERAVIGLIA. Quindi qual è la versione ufficiale? Insomma, forse da parte di un’agenzia così famosa e accreditata ci si sarebbe aspettati un pò più di attenzione ai dettagli che, a mio modesto parere, fanno sempre la differenza!
Detto questo, auguriamo alla campagna Italia: open to meraviglia! una grande fortuna e una grande efficacia, perché l’Italia, che non potrà permettersi di vivere di rendita ancora a lungo, ha bisogno di promuoversi, e bene direi, sul mercato mondiale!