L’impatto ambientale dei viaggi è cresciuto. È quanto emerge da uno studio dell’Istituto di Ricerca Ircm che ha aggiornato i dati pubblicati nel 2018 dal supplemento dedicato al clima della prestigiosa rivista Nature che aveva individuato nell’8% la quota di emissioni causate – in quell’anno – da viaggi e turismo. Oggi, invece, i viaggi e il turismo emettono il 9,5% del totale dei gas climalteranti, che sono infatti la causa principale dei cambiamenti climatici . Ma un modo per ridurre il nostro impatto sul pianeta e non rinunciare ad uno dei piaceri autentici della vita, ovvero viaggiare e conoscere nuove culture, c’é: basta evitare l’over-tourism! Vediamo come.

Certamente l’eccesso di emissioni di CO2 è uno dei pericoli ambientali legati al turismo, così come lo è del resto il consumo eccessivo di plastica, che poi viene dispersa nell’ambiente.

Nel solo anno 2022, l’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, ha stimato che ben 11 milioni di tonnellate di plastica siano finite nel mare. Purtroppo, gli esperti prevedono un ulteriore aumento a 12 milioni di tonnellate nel corso del 2023.

Al fine di rendere più sostenibile il turismo, infatti, sempre la ricerca condotta dall’Ircm evidenzia come nel 2023 l’84% delle strutture ricettive ha adottato misure per ridurre gli sprechi, l’83% ha optato per l’utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale e il 75% si è impegnato a sensibilizzare dipendenti e clienti sull’importanza della sostenibilità.

Cos’altro fare per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale dei viaggi?

Da operatori del settore sappiamo bene che per preservare il pianeta, una regola fondamentale è evitare l’over-tourism, ovvero la sovrappopolazione turistica in determinate località, optando invece per periodi di bassa stagione o per mete meno affollate (under-tourism) e città più piccole, in quanto queste opzioni offrono anche esperienze più autentiche.

Un altro aspetto fondamentale del nostro business model, soprattutto da quando siamo diventati Società Benefit, è quello:

1. di sensibilizzare le persone a scegliere e privilegiare alloggi sostenibili, ovvero strutture che abbiano certificazioni ambientali, che adottino misure eco-friendly, che siano attente a ridurre al massimo il loro impatto sull’ambiente e sulla società e che, ove possibile, impieghino personale locale. 

2. di promuovere le esperienze a contatto con la cultura locale, perché, così facendo non solo si possono conoscere nuove realtà, ma si contribuisce anche ad aiutare la popolazione locale e la sua economia.

È evidente che la sostenibilità nel settore del turismo è fondamentale per limitare l’impatto negativo sull’ambiente. La riduzione delle emissioni di CO2 e l’adozione di pratiche responsabili devono diventare una priorità per le aziende turistiche, i viaggiatori e gli operatori del settore.

Impatto ambientale dei viaggi e gli effetti negativi dell’over tourism

Limitare l’impatto ambientale dei viaggi significa anche cercare nuove destinazioni e nuove stagioni, fa bene agli stessi luoghi troppo affollati, permette di risparmiare, aiuta l’ambiente…e rende ogni viaggio una sorpresa.

Tra le varie conseguenze del fenomeno dell’over tourism al primo posto c’è il senso di oppressione che la popolazione residente subisce a causa dell’affollamento dei turisti che incombe in modo pressoché costante sulla comunità. Il primo e più marcato disagio della popolazione è infatti quello di vedere progressivamente sgretolarsi la propria identità territoriale, la propria naturale unicità a causa del soddisfacimento delle necessità dei turisti a discapito degli abitanti stessi, compreso un’impennata dei costi relativi ai beni di prima necessità o degli alloggi. Sappiamo che il potere d’acquisto della popolazione di un Paese in via di sviluppo, come potrebbe essere il continente asiatico, è sicuramente differente da quello di un europeo, da qui ne derivano disparità e frustrazioni che contribuiscono ad ampliare la frattura tra le realtà ospitanti e i viaggiatori che le visitano.

E se proprio quella destinazione è irrinunciabile, allora proviamo a visitarla in un periodo diverso dall’alta stagione, ovvero quando il turismo di massa lo affolla e anche i prezzi riflettono una domanda così alta.